Dodici brevetti nel 2017 e altri 16 nel 2018-2019: sono queste le scadenze previste e comunicate dal Centro studi Assogenerici. Il tutto per un valore complessivo di spesa nel 2016 per i brevetti in scadenza quest’anno di quasi 733 milioni e per quelli in scadenza ni prossimi due anni di oltre 757,5 milioni. I due maggiori principi attivi per valore che scadono nel 2017 sono la Rosuvastatina (Crestor) e il Tadalafil (Cialis), che rispettivamente valgono 169 e 89 milioni di vendite il brevetto. La scadenza del brevetto nel 2017 porterà a una media di riduzione del 53% circa sul prezzo degli originator, con il picco massimo del -75% per la Dutasteride e il minimo (-21%) per il Tramadolo cloridaìrato/paracetamolo. Per quanto riguarda invece i brevetti in scadenza nei prossimi due anni, quello che ha portato alla spesa maggiore e che diverrà generico dal 2018 è l’Adalimumab (quasi 265 milioni) mentre quello con la spesa minore è il Fosamprenavir sale di calcio (un farmaco per il trattamento dell’Hiv), generico dal 2019 e che nel 2016 ha comportato una spesa di poco più di 3 milioni. Quest’anno, e in parte minore anche nel 2018, scadono gli ultimi brevetti dei farmaci che si comprano in farmacia, poi la partita si sposterà su medicinali biologici e sui prodotti somministrati o consegnati al pazienti direttamente dagli ospedali. L’ingresso sul mercato dei generici fa abbassare i prezzi dei cosiddetti originator perché li espone alla concorrenza ma in molti casi non fa perdere la leadership del mercato. Come dicono i dati di Assogenerici, solo il 28,5% del volume di vendita dei prodotti a brevetto scaduto è venduto sotto forma di equivalente, il resto ha il brand. E infatti negli ultimi anni gli italiani hanno speso in farmacia circa un miliardo ogni 12 mesi per pagare la differenza tra il costo del generico, che è a carico del sistema sanitario, e il farmaco di marca a brevetto scaduto.
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